Il senso di colpa è un meccanismo psicologico che si attiva ogni qualvolta pensiamo di aver commesso un errore o aver fatto qualcosa di sbagliato; in un significato più generale il senso di colpa è un’emozione che subentra quando si percepisce una violazione del codice morale, per aver infranto qualcosa che nell’etica soggettiva non si sarebbe dovuto infrangere
Sebbene il senso di colpa sia una reazione sana e regolatrice dei rapporti sociali, può accadere però che venga esasperato e che finisca per diventare un vero e proprio disagio invalidante, un ostacolo perfino al normale svolgimento della vita quotidiana.
Il codice morale è un insieme di comportamenti e regole condivise dal gruppo culturale di cui si fa parte, oppure può riguardare opinioni e convincimenti personali. Ciò che determina l’attivazione o meno del senso di colpa è il giudizio individuale sul fatto che una determinata cosa sia giusta o sbagliata
Accadono quindi due casi: il soggetto può commettere una violazione reale ed oggettiva (ad esempio un furto) e non sentirsi minimamente in colpa, se egli stesso reputa che l’azione compiuta sia, al di là di ciò che pensa la gente, corretta dal punto di vista morale (se pensa cioè che privare qualcuno dei propri beni non sia un danno).
Viceversa può succedere che un individuo si senta in colpa anche se non ha causato nessun danno reale, ma sia “solo” convinto del contrario, a causa della sua percezione di responsabilità (ad esempio un errore sul lavoro, considerato evitabile o dannoso a prescindere dal fatto che fosse davvero cosi).
Aspetti positivi e negativi
Il valore sociale del senso di colpa risiede nella sua utilità nel regolare il comportamento individuale in relazione alla convivenza con gli altri. Evitare di far prevalere i propri impulsi egoistici o di anteporre bisogni e desideri personali a discapito del gruppo sociale in cui si vive sono quindi funzioni principali di quest’emozione tanto complessa quanto indispensabile
Dall’altra parte invece un senso di colpa eccessivo o persistente può portare a confondere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato fare in un determinato contesto.
Una persona che si prende la colpa per un’azione o un comportamento che in realtà non dipende da sé stessa (o comunque non del tutto), tende a considerare in maniera esagerata la propria responsabilità verso l’ambiente che lo circonda (ad esempio ci si può sentire gli unici responsabili del fallimento di una relazione amorosa, sminuendo quasi del tutto la co-responsabilità del partner nell’aver condotto la storia alla rottura).
Solitamente eccessivi sensi di colpa hanno origine nelle prime fasi dell’infanzia, nel momento in cui il bambino deve gestire una relazione coi propri genitori, dove il bisogno di non deludere è portato dal giudizio o dal non sentirsi adeguati alle loro aspettative.
Superare il senso di colpa patologico
Tenere sotto controllo i propri sensi di colpa quando essi diventano patologici vuol dire cercare di attribuire ad ogni evento od errore la responsabilità adeguata, evitando di prendersi colpe che in realtà non si hanno
Non va dimenticato che è importante anche inquadrare nel giusto grado di gravità ogni sbaglio, magari rivolgendo a sè stessi domande che ci pongano una posizione distaccata dalla situazione: l’errore commesso è davvero così irreparabile? Se l’avesse commesso qualcun altro sarebbe stato trascurabile? Le altre persone vedrebbero questo sbaglio in maniera così grave? Sarebbe potuto andare peggio? Ci sono altri fattori, oltre alle mie azioni, che hanno contribuito al verificarsi dell’errore commesso
Imparare ad osservare la situazione da diversi punti di vista è fondamentale per riuscire a contenere il senso di colpa nella giusta dimensione di un sano senso di responsabilità, nel rispetto dell’armonia della moralità personale e del proprio gruppo di appartenenza.