La sfida contro l’infezione da virus HIV (ovvero il virus dell’immunodeficienza acquisita) è tutt’altro che chiusa, rimanendo un impegno prioritario sia dal punto di vista della prevenzione sia da quello medico, in cui la diagnosi deve essere sempre decisa con estrema accuratezza
Negli anni il panorama dell’infezione da HIV ha subito notevoli modifiche, le più evidenti delle quali sono un aumento dei nuovi contagi e una diminuzione dei casi di AIDS vero e proprio
Uno scenario reso possibile dalla sempre maggiore implementazione di terapie antiretrovirali combinate dalla spiccata efficacia, ma la cui disponibilità purtroppo non è ancora omogenea in tutti i Paesi.
Stando alle statistiche, i dati riguardanti il 2012 e pubblicati tre anni dopo dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie mostrano oltre 29.000 nuovi casi diagnosticati, valore però sottostimato in quanto non tutti i Paesi segnalano gli episodi di infezione da HIV
Della totalità di queste diagnosi circa il 40% proveniva da omosessuali, il 34% circa riguardava eterosessuali e solo il 6% implicava tossicodipendenti (un dato interessante perché negli anni ‘80, in piena diffusione dell’epidemia da HIV, i tossicomani erano responsabili della percentuale più alta dei contagi)
Per quanto riguarda l’Italia, l’infezione coinvolge circa 4000 nuovi casi ogni anno, elemento che sottolinea l’esistenza di individui che, in modo inconsapevole, trasmettono il virus e di conseguenza non effettuano alcuna terapia
L’età media in cui si scopre di aver contratto l’infezione è compresa fra i 35 e i 40 anni.
Sintomi e terapie
Dopo l’infezione da HIV molte persone presentano una sintomatologia molto simile a quella influenzale; va sottolineato che in queste prime settimane gli individui sono molto più contagiosi rispetto ai periodi successivi
Inoltre è importante ricordare che se proprio in questi momenti fosse effettuato un test si potrebbe già iniziare una terapia, per arginare da subito i danni a lungo termine al sistema immunitario
A seguito di esito positivo per l’infezione da HIV il primo passo da fare è quello di recarsi in una struttura clinica che abbia il reparto di malattie infettive, al fine di effettuare la prima visita specialistica
Chi è colpito da HIV, sia esso asintomatico o sintomatico, viene seguito tramite un percorso ambulatoriale ospedaliero tanto per gli esami diagnostici quanto per il controllo sulle infezioni opportunistiche e le eventuali terapie antiretrovirali da pianificare.
Lo scopo della prima visita è quello di conoscere in quale stadio si trova l’infezione. A tal compito vengono prescritti diversi esami diagnostici che saranno in grado di stabilire la mancanza o la presenza di sintomi, oppure se ci si trova in una fase avanzata.
Inoltre la prima visita rappresenta anche il punto di partenza per iniziare una relazione tra medico e paziente, relazione che dovrà durare diversi anni. È perciò estremamente importante provare ad instaurare già da subito un buon rapporto con il medico curante.
Può succedere, nelle prime visite in particolar modo, che il paziente si senta spaesato e frastornato e che non riesca a comprendere fino in fondo ciò che gli viene comunicato.
È dunque importante non abbattersi e chiedere spiegazioni su ogni aspetto non chiaro e porre domande per risolvere i dubbi presenti.
Le principali terapie che fermano la moltiplicazione del virus intervenendo su più fasi del ciclo replicativo sono quelle antiretrovirali ed hanno lo scopo di impedire al virus HIV di deteriorare il sistema immunitario
La prima fase che viene bloccata è la moltiplicazione dell’agente patogeno nella cellula CD4 (un componente dei recettori dei linfociti), poi viene fermato il processo che integra il DNA del virus nella cellula, infine si blocca l’enzima usato dall’HIV per costruire nuovi elementi virali
Si tratta quindi di mettere dei blocchi ripetuti finchè il processo di moltiplicazione non viene interrotto; tuttavia il virus riesce a mutare con facilità per evitare l’inibizione farmacologica
Non si può perciò eradicarlo in modo completo, perché rimane integrato in certi punti del sistema immunitario in cui ancora nessuna terapia può intervenire completamente, anche se recenti sperimentazioni sembrano avanzare risultati più che incoraggianti verso una guarigione definitiva (ma ancora molto lontana dall’essere provata, assicurata e soprattutto essere applicata su larga scala)
La terapia è individuale e per instaurare un corretto approccio si rende necessaria l’effettuazione di test di resistenza ed esami genotipici e fenotipici, con l’obiettivo di stabilire sensibilità o resistenze del ceppo virale presente con gli antiretrovirali
Negli ultimi anni l’infezione da HIV è passata da causa di morte inevitabile ad infezione cronica e come tale prevede uno specifico impegno tanto nel trattamento di ogni singolo paziente quanto nella comunicazione a livello di comunità
I farmaci antiretrovirali più recenti, usati in combinazione tra loro, riescono a mantenere quiescente il virus, ma non a debellarlo del tutto
Il risultato ideale (e fortunatamente ottenibile con buona frequenza) è quello di garantire una soddisfacente qualità di vita collegata alla terapia; è comunque necessario tener conto di come, man mano che l’età aumenta aumentino anche i problemi nella terapia, che si incrociano ad esempio con diabete, ipertensione, osteoporosi.